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19-08-2020 Avventura ibrida Bici/ultratrail, 100km complessivi da Envie a giro Viso largo e ritorno

Finalmente sono riuscito a realizzare una nuova avventura che avevo dovuto rimandare di tre settimane causa meteo. Sto elaborando una nuova strategia di allenamento che sfrutta la tecnica del Monoallenamento settimanale con uscite ibride bici/ultratrail. Sarà ampiamente esposta nell'imminente terza edizione del libro Ultratrail con il Monoallenamento, in uscita a breve...

Veniamo al giro. Partenza in bicicletta ore 6.30 da Envie. Quindi passaggio da Barge, Paesana(colletta), Crissolo e parcheggio bici in piazza. Veloce cambio di indumenti e alle 9.00 esatte già a sgambettare nei pressi della seggiovia, in salita verso il rifugio Aquila Nera. Da quel punto ancora salita, quindi zona Ghincia e poi altre centinaia di metri di dislivello per arrivare al Quintino Sella oltre i 2500m. Lì un breve riposo con spuntino verso mezzogiorno. La pausa di dieci minuti passa veloce, qualche messaggio al cellulare vista la presenza di campo e poi di corsa al Passo di San Chiaffredo. Panorama stupendo, desertico, roccioso, lunare, totalmente solo. Via con la serie di laghi(Ho scoperto che uno si chiama quasi come me, Bertin) e poi la discesa verso il bosco dell'Alevè. Sentiero tortuosetto con tornanti e radici in vista, a volte fango e mucche al pascolo. Quindi arrivo al fiume oramai in pieno vallone dietro al Monviso. Qui tanta gente che saliva e scendeva. La borraccia senz'acqua ma riempita poco dopo in un ruscello di fortuna. Pochi chilometri ed ecco comparire di Rifugio Vallanta avvolto dalla nebbia a circa 2500m di quota. Di nuovo spuntino veloce e comincia a farsi tardi! Poco prima del passo di Vallanta mi trovo ancora solo con un gruppo di imponenti stambecchi nel costone sottostante, alzo lo sguardo e vedo Punta del Viso emergere fra le nuvole con tutta l'imponenza degli oltre 3800m! Belissima.

Tocco i 3000m metri di quota al confine con la Francia, quindi cambio Stato e scendo giù per il vallone coperto da moltissima neve ma il sentiero era comunque battuto da altri camminatori che nell'arco di queste settimane l'hanno continuamente ripassato. Intravvedo il rifugio Francese a qualche chilometro, lo raggiungo. Lì riempio la borraccia e inizio a sentire tuoni in lontananza con nuvoloni grigi all'orizzonte. Salgo verso il Buco di Viso e piove, prima piano e poi sempre più forte, anche i tuoni si fanno più vicini con dei boati crescenti. Mi rifugio nel Buco di Viso e lì mi cambio d'abito con un pile e un keeway. Vorrei fare un video ma è tardi, poi le apparecchiature elettroniche in mezzo a quella tempesta di fulmini mi intimoriscono e spengo tutto, tolgo perfino gli anelli, metto tutto in un sacchetto. Riparto e scendo, tengo solo con i bastoncini che sono di alluminio che dicono sia un cattivo conduttore di elettricità... Inizio ad intravvedere Pian del Re durante la discesa ma è ancora lontano. Aumento il passo e scendo di gran lena. Arrivato a 2000m smette di piovere e la tempesta è passata. Durante la discesa a Pian Regina continua una pioggerellina fine che finisce a Crissolo, ormai è notte.

Una bella avventura con i suoi circa 100km complessivi, fatti da 30km in bicicletta di avvicinamento a Crissolo da Envie(2 ore e 30 minuti). Altri 40km o forse più attorno al Monviso con il suo giro largo da Crissolo a Crissolo(12 ore e 40 minuti) di corsa. Quindi il finale in bicicletta nella notte con altri 30km verso Envie(1 ora e 10 minuti.).

Devo dire che iniziare a correre è sempre un po' strano dopo un lunga pedalata in salita. Le gambe barcollano ma poi passa e si prosegue bene. Certo bisogna dosare le energie e 'giocare al risparmio'. Nel tratto di salita in bici ho visto un paio di persone superarmi ma ho preferito lasciarle andare, su queste cose non c'è gara e non si attacca perché il bello deve ancora venire... Se non ci si dosa evitando 'sparate' poi si finisce col fermarsi. Ricordo capitava spessissimo a molti atleti nelle lunghe gare ultratrail. Nelle imprese in solitaria bisogna stare due volte più attenti a non strafare perché si è soli e quando arriva un problema bisogna avere la forza per gestirlo, pena si può cadere nel tragico e la montagna non perdona!

 

Segue il dettaglio dei link di riferimento riguardo ai miei articoli ultratrail e trail:

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