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Biotina - Vitamina B8 o Vitamina H

Biotina o Vitamina B8 o Vitamina H è idrosolubile, assorbita a livello dell’intestino. Chimicamente è un composto eterociclico, costituito da due anelli, uno derivato dall’imidazolo e uno dal tiofene.

FUNZIONE NELL’ORGANISMO

Il suo ruolo nell’organismo non è ancora completamente noto; sembra essere coinvolta nel processo di sintesi degli acidi grassi e nella decarbossilazione di alcuni composti organici, ovvero nel trasporto di CO2. La carenza di biotina risulta piuttosto rara nell’uomo, grazie all’attività sintetica operata dalla flora batterica; può comunque causare forme di dermatite e alopecia e disturbi di tipo depressivo.

FONTI ALIMENTARI

Si trova in molti tipi di alimenti, tra i quali soprattutto il lievito di birra, il fegato, il tuorlo d’uovo, e la frutta secca; viene anche in parte sintetizzata dalla flora batterica intestinale.

 

Altre notizie:

La biotina, vitamina B8, Il ruolo fondamentale della biotina per la salute delle unghie è stato evidenziato da una serie di ricerche condotte inizialmente su maiali e cavalli con anomalie agli zoccoli. Il ricorso a supplementi di biotina in questi animali si rivelò particolarmente efficace, aumentando lo spessore e la robustezza degli zoccoli. Questo dato indusse ad effettuare ricerche anche sull’uomo, in base alle quali fu possibile confermare fin dai primi anni ’40, l’associazione tra la fragilità delle unghie e la carenza di biotina. In seguito, negli anni ’90, sono stati condotti studi più approfonditi: somministrando a un campione di pazienti una supplementazione di biotina pari a 2,5 mg al giorno per sei mesi si è registrato un aumento dello spessore delle unghie fino al 25%; in base ai dati raccolti, la percentuale di pazienti che ha riportato miglioramenti oscillava dal 63 al 91%. Già usata con successo nel trattamento della fragilità delle unghie, grazie alla sua capacità di migliorare il metabolismo del grasso del cuoio capelluto si pensa che la biotina favorisca anche la crescita di capelli sani; inoltre, in seguito a sperimentazioni condotte sugli animali che hanno dimostrato che la carenza di questa vitamina può portare ad alopecia, perdita del pelo e dermatite seborroica, le si è attribuito un possibile importante ruolo nell’arrestare la caduta dei capelli e sono in corso studi per attestarne la valenza.

Da aggiungere che la biotina (unica denominazione internazionale ammissibile secondo la IUPAC; in passato anche nota come vitamina H (o talvolta vitamina I) nella nomenclatura tedesca, come vitamina B7 in quella anglosassone e come vitamina B8 in quella francese) venne scoperta a seguito di alcuni studi riguardanti le alterazioni cutanee e della crescita verificatesi in animali nutriti esclusivamente con albume d'uovo crudo o proteine da esso estratte. Il fattore responsabile della comparsa della "malattia da bianco d'uovo" venne individuato nel 1931 e si è visto che esso è indispensabile per la corretta crescita dei mammiferi.
Oggi è noto il fenomeno soggiacente allo sviluppo di tale patologia: il legame tra la biotina e l'avidina (una glicoproteina dell'albume d'uovo). L'avidina è, infatti, resistente all'azione proteolitica dell'apparato gastrointestinale per cui il legame con la biotina rende quest'ultima non assorbibile.
Strutturalmente la biotina presenta due anelli tra loro condensati: uno tiofenico ed uno imidazolico. Legata all'anello tiofenico, vi è una catena laterale di acido valerianico.
Struttura della Biotina

La biotina è solubile in acqua ed in questo stato è resistente al calore, alle basi ed agli acidi; si decompone per azione della luce ultravioletta e di forti ossidanti.
La biotina viene assunta dagli alimenti in forma libera o legata alle proteine. Attualmente, non sono ben noti i meccanismi di assorbimento. Si ritiene che la scissione della biotina dalle proteine cui è legata avvenga per opera di una biotinasi secreta nel succo pancreatico. La vitamina libera viene assorbita a livello dell'ileo e del digiuno da due meccanismo di trasporto:

* uno attivo, contro gradiente di concentrazione, in cui una molecola di biotina viene scambiata con uno ione Na+,
* uno passivo (per diffusione semplice) operante solo in caso di alte concetrazioni di biotina.

Sembra che la biotina, una volta entrata nel plasma, venga trasportata da diverse proteine: albumina ed α e β-globuline. Non è chiaro se esista anche una proteina di trasporto specifica.
La biotina svolge il ruolo di cofattore di diverse carbossilasi ATP-dipendenti. Essa è legata al sito attivo dell'enzima tramite un legame peptidico che si forma tra il gruppo carbossilico dell'acido valerianico ed un gruppo aminico di un residuo di lisina. La reazione di carbossilazione, in cui interviene la biotina, prevede il trasferimento di una molecola di CO2 da un donatore ad un accettore, passando per un intermedio in cui la vitamina fissa la CO2 su uno degli atomi di azoto dell'anello imidazolico (formando così la carbossibiotina).
La formazione della carbossibiotina avviene tramite l'ausilio di bicarbonato, ioni magnesio ed ATP. Il bicarbonato, infatti, lega su di sé la CO2 tramite una reazione richiedente energia, fornita dall'idrolisi di una molecola ATP. La molecola di carbonilfosfato creatasi, cede, poi, CO2 alla biotina, idrolizzando il gruppo fosfato.
La biotina viene utilizzata, nell'uomo, da quattro carbossilasi:

* la piruvato carbossilasi, per la trasformazione di piruvato in ossalacetato (per la risintesi dei glucidi),
* la propionil CoA carbossilasi per la trasformazione di propionil CoA in succinil CoA,
* la metilcrotonil carbossilasi,
* la acetil CoA carbossilasi per trasformare acetil CoA in malonil CoA (importante nella sintesi degli acidi grassi).



Fonti alimentari

La biotina è presente sia nel regno animale che in quello vegetale. Si trova anche nel latte (umano e di mucca), nei latticini, nel tuorlo dell'uovo e nei frutti di mare. Nei vegetali soprattutto, la biotina è presente legata in maniera energica alle proteine per cui la sua biodisponibilità è più bassa.
La biotina è prodotta in elevate quantità anche dai batteri intestinali.

Carenza

Gli stati carenziali di biotina sono decisamente rari. Si possono verificare in individui che assumono grandi quantità di uova crude od alla coque (le uova cotte, invece, non hanno tale effetto in quanto la cottura denatura l'avidina). Sono stati anche descritti casi di carenza in individui nutriti solo per via parenterale.
Sembra che anche la somministrazione di alte dosi di sulfamidici possa provocare carenza di biotina per l'alterazione massiccia della flora batterica che si può verificare.
La carenza di biotina nell'adulto può dare origine a manifestazioni cutanee (desquamazioni).

Livelli di assunzione e tossicità

Visto che la biotina è presente in molti alimenti e che i batteri intestinali ne possono produrre alte quantità, non è al momento ben chiaro quali possono essere i livelli di assunzione raccomandabili. Le diverse fonti, in effetti, al momento non sono concordi. Ci si aggira, comunque, su livelli di 30-100 μg giornalieri.
Non si conoscono fenomeni di tossicità da biotina fino a livelli di 10 mg/die.

Vitamina A(Retinolo) - Vitamine gruppo B - Vitamina B1(Tiamina) - Vitamina B2(Riboflavina) - Vitamina B3(Niacina) - Vitamina B4(Adenina) - Vitamina B5(acido pantotenico) - Vitamina B6(piridossina) - Vitamina B7(colina) - Vitamina B8(biotina) - Vitamina B9(acido folico) - Vitamina B10(acido paraminobenzoico PABA) - Vitamina B12(cobalamina) - Vitamina C(acido ascorbico) - Vitamina D(calciferolo) - Vitamina E(tocoferolo) - Vitamina H - Vitamina K(fillochinone)